Questo frammento fa parte del lato inferiore del dorso di una brigantina, armatura a scaglie formata da placche metalliche o di corno sovrapposte e fissate in modo flessibile all’interno di un materiale portante (pelle o tessuto), che a sua volta è spesso rivestito all’esterno di seta o velluto. Gli strati sono trattenuti da rivetti di ferro o metallo non ferroso che all’esterno formano motivi decorativi. A prescindere dai rivetti, queste corazze a scaglie sono difficilmente distinguibili da un normale indumento esterno nell’iconografia dell’epoca.

Lo strato tessile di questa brigantina consiste di seta tinta di giallo sul lato visibile, lino non tinto come supporto principale e lino tinto di rosso come fodera. I rivetti di ottone formano dei disegni all’esterno. La parte superiore della schiena era probabilmente protetta da un’unica grande piastra di ferro.

Le brigantine fecero la loro comparsa in Italia alla metà del Trecento, ma le corazze di questo periodo non si sono quasi mai conservate. Questo frammento fu rinvenuto nella cosiddetta cripta di Castel Tirolo in un foro pontaio. Sin dalla fine del Duecento la cripta fungeva da magazzino e armeria.

Intorno al 1730 i visitatori del castello potevano ammirare una cotta di maglia, un elmo e una spada di cui si diceva che fossero appartenuti alla contessa Margarete di Tirolo (1318–1369). L’appartenenza a Margarete non può essere dimostrata e gli oggetti sono oggi scomparsi – o forse no?